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Rivista di letteratura e cultura tedesca
Zeitschrift für deutsche Literatur- und Kulturwissenschaft

Fabrizio Serra editore, Pisa - Roma

Rivista annuale
fondata da Mauro Ponzi

diretta da Gabriele Guerra

EDITORIALE


È con un piacere misto a senso di malinconia che si presenta questo nuovo numero di « links » : il piacere è quello determinato dall’aver raggiunto un traguardo importante come i venti anni di attività della rivista, festeggiandoli con un numero che si reputa importante e autorevole, incentrato sull’importanza che Aby Warburg riveste per le Kulturwissenschaften; piacere che però è oscurato dal senso di perdita che accompagna l’uscita della rivista, perché il suo fondatore e instancabile animatore, Mauro Ponzi, non può vederne ora i risultati e il percorso finora compiuto. In questo senso è un onore e un obbligo scientifico continuare l’attività della rivista sul solco tracciato da lui ; onore e obbligo per cui si ringrazia l’editore, fin da subito disponibilissimo a portare avanti il lavoro di collaborazione editoriale (con una rivista che si presenta oggi in veste rinnovata nei suoi organi di controllo scientifici ed editoriali – e si coglie qui l’occasione anche per ringraziare il sempre preziosissimo apporto, sia in sede editoriale che nella fase di concezione della rivista, di Daniela Padularosa).
Un numero importante e autorevole, si diceva e si spera ; perché questo numero, incentrato su “Aby Warburg : energia e pathos per le scienze della cultura” tematizza con ampiezza di vedute e di prospettive disciplinari l’apporto che il padre dell’iconologia dà alla storia della cultura e della letteratura, non solo di ambito tedesco e non solo con diretto riferimento alla storia dell’arte. La figura di Aby Warburg, infatti, rappresenta davvero una delle figure cruciali del panorama storico-culturale di lingua tedesca tra fine del xix e inizio del xx secolo ; colui che, cioè e dal suo punto di vista storico-artistico, ha riflettuto con grande profondità sulle modalità concettuali e ‘immaginali’ di riorganizzazione culturale di un passato irrisolto, divenuto enigmatico quando non addirittura rimosso. Una riorganizzazione basata su un modello ‘energetico’, capace di riattivare le forze dormienti di quello psicogramma culturale mediante un intervento per così dire ‘dall’esterno’.

I testi contenuti in questo numero riflettono molto bene questa impostazione generale: nel saggio di Cornelia Zumbusch, che apre il volume, si ripercorre a ritroso nella storia della filosofia e nell’estetica l’archeologia dei concetti warburghiani di “forza” e di “energia” ; mentre nel successivo, di Gabriella Pelloni, conseguentemente, si esplora l’archeologia filosofica del pensatore amburghese riprendendola da quella articolata da Giorgio Agamben, mostrandone le issues stratificate e potentemente eccentriche. Anche Milena Massalongo, nel contributo successivo, pone l’accento sulle modalità altrettanto “eccentriche” di esplorazione concettuale da parte di Warburg rispetto all’estetica e alla storia dell’arte, un punto di vista che coinvolge direttamente l’osservatore (e il critico) nella
sua posizione esistenziale. Con il contributo seguente, di Martin Bartelmus, il tema si apre a case-studies di applicazione dei paradigmi warburghiani : che qui vengono verificati alle prese con gli animal studies di recente conio, grazie alla figura ermeneutica del serpente, che anch’essa rimanda a un “più”, a qualcosa oltre il contesto semantico o simbolico. Anche quello che segue, di Maria Teresa Costa, intende illuminare il contesto “traduttologico” della concettualità warburghiana, vista in chiave intermediale, come strumento comunicativo tra immagine e testo, specialmente nell’ultimo Warburg. Infine, il saggio di Amber Moyles affronta il tema affascinante dell’interesse di Warburg per il cinema – che culmina nel suo stesso progetto di Mnemosyne, una sorta di storia dell’arte priva di testo, dunque di una storia dell’arte fondata sul dominio dell’immagine e delle connessioni che essa instaura, con un procedimento che potremmo appunto definire cinematografico.
La rivista si completa di tre saggi, nella sezione “Sconfinamenti”, che in qualche modo presentano “tracce” warburghiane : evidenti in quello di Micaela Latini, dedicato al padre del collage espressionistico John Heartfield e all’interpretazione che ne dà Günther Anders, come modello di un rapporto nuovo tra estetica e politica e come espressione di un nuovo tipo di immagine ; altrettanto nel contributo di Luigi Azzariti Fumaroli, che illumina un passo marginale del pensiero benjaminiano incentrato sulla figura, molto warburghiana, del “discorso di spettri” visto come modello fenomenologicamente alternativo del rapporto tra idea e immagine. Completa il volume un prezioso contributo di Francesca Fabbri che riporta alla memoria la figura di Adele Schopenhauer, una figura appartata e poco “femminile” della tarda classicità weimariana.

Se davvero, dunque, Aby Warburg può valere da “padre fantasmatico” dell’iconologia, come sostiene Georges Didi-Huberman nel suo celebre e monumentale L’immagine insepolta. Aby Warburg, la memoria dei fantasmi e la storia dell’arte (trad. it. Torino, 2006), e dunque da “padre nascosto” che continuamente riemerge e riappare, ciò ha valore,
evidentemente, non solo per quella disciplina o per l’ambito storico-artistico : di tutto ciò
intende dare testimonianza questo odierno numero di « links ».

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SOMMARIO

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Editoriale


I. ABY WARBURG: ENERGIE UND PATHOS FÜR DIE KULTURWISSENSCHAFTEN / ABY WARBURG: ENERGIA E PATHOS PER LE SCIENZE DELLA CULTURA


Cornelia Zumbusch, Transformations. Aby Warburg and the Force of Art


Gabriella Pelloni, Un progetto terapeutico. La « scienza senza nome » di Warburg e l’archeologia filosofica di Agamben


Milena Massalongo, La funzione pratica delle immagini. Leggere con Aby Warburg (e Walter Benjamin)


Martin Bartelmus, Warburgs Schlangen. Aby Warburgs Kreuzlinger Vortrag im Dialog mit den Animal Studies


Maria Teresa Costa, Aby Warburgs Übersetzungswissenschaft
 

Amber Moyles, Montage into History : Aby Warburg and the Cinema

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II. ENTGRANZUNGEN / SCONFINAMENTI


Micaela Latini, Das Unsichtbare sichtbar machen. Ästhetik und Politik bei Günther Anders und John Heartfield


Luigi Azzariti Fumaroli, Geisterrede. Per una chiosa della parola in Walter Benjamin


Francesca Fabbri, «Von mir selbst sieht man gar nicht viel». Alcune novità su Adele Schopenhauer (1797-1849)


III. BESPRECUNGEN / RECENSIONI


Stefan Krammer, Fiktionen des Männlichen. Männlichkeitsforschung in der Literaturwissenschaft (Ester Saletta)


Thomas Ballhausen, Das Mädchen Parzival. Gedichte (Ester Saletta)


Vivere in tempi di crisi. La Repubblica di Weimar : arte, politica, filosofia (Monica Cioli)


Streghe, sciamani, visionari. In margine a Storia notturna di Carlo Ginzburg, a cura di Cora Presezzi (Gabriele Guerra)


Adele Schopenhauer, Unbekanntes aus Goethes Nachlass in Weimar (Gabriella Catalano)

Klaus Theweleit, Männerphantasien, vollständige und um ein Nachwort erweiterte Neuausgabe (Giulia Iannucci)


Felicità e tramonto. Sul Frammento teologico-politico di Walter Benjamin, a cura di T. Tagliacozzo, G. Guerra (Stefano Franchini)


Horst Bredekamp, Berlino città mediterranea. Il richiamo del Sud (Daniela Padularosa)

Giulia Iannucci, La scena alternativa nella Repubblica di Weimar. Una topografia berlinese (Giuliano Lozzi)

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