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Rivista di letteratura e cultura tedesca
Zeitschrift für deutsche Literatur- und Kulturwissenschaft

Fabrizio Serra editore, Pisa - Roma

Rivista annuale
fondata da Mauro Ponzi

diretta da Gabriele Guerra

EDITORIALE

"links" 21

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Questo nuovo numero di « links » è dedicato a un tema complesso e non privo di implicazioni problematiche, ma che ci è parso avere ottenuto nuovamente una certa attualità nel dibattito contemporaneo storico, politico, filosofico, ed anche letterario : ovvero quello del rapporto tra morfologia e storia, tra invarianze e variabilità del processo storico, e della questione ad esso sottesa – davvero cruciale, non solo su un piano teoretico – del concetto stesso di evoluzione. Come è noto, il concetto di morfologia venne declinato in maniera sistematica da Goethe, visti i suoi spiccati interessi per le scienze naturali (in ciò incrociando in maniera molto feconda e originale il corrispondente discorso disciplinare del tempo) ; tale concetto ha avuto poi enorme successo nelle scienze della cultura di lingua tedesca post-goethiane – in particolare tra fine Ottocento e inizio Novecento –, venendo volta a volta declinato come istanza gnoseologica profonda applicata al dominio positivistico, o anche come vettore di revisione fortemente critica di quell’ambito, specialmente per quanto riguarda i domini della storiografia e dell’etnologia. 

Il campo dunque è amplissimo e – come detto – problematico, se si pensa che uno dei maggiori “morfologi” della cultura fu Oswald Spengler, il cui opus magnum Untergang des Abendlandes (1918-1922) reca proprio come sottotitolo Umrisse einer Morphologie der Weltgeschichte. Che l’impatto di Spengler sulla riflessione morfologica e non solo sia stato fondamentale e scomodo al tempo stesso, lo rivela il fatto che, anche a distanza di anni (dopo la Seconda guerra mondiale), un filosofo avvertito come Adorno abbia sentito il bisogno di confrontarsi criticamente con questa figura (Spengler nach dem Untergang, 1950).

Tali circostanze hanno finito per oscurare il dispositivo concettuale della morfologia della cultura in quanto organica “scienza della forma” (che era un po’ l’imperativo che muoveva Goethe nelle sue riflessioni morfologiche), cioè come qualcosa capace di confrontarsi con la crisi della nozione e dello statuto stesso della cultura. In tal senso, si potrebbe considerare la morfologia della cultura anche come una “scienza della crisi” in grado di pensare le fratture e le cesure della storia : anche sotto questo aspetto trova nuova e cruciale attualità. 

Partendo da queste premesse e riflessioni, si è deciso dunque di dedicare l’odierno numero di « links » proprio a tali questioni, declinate come si potrà vedere in modalità piuttosto estese – che rispecchiano, cioè, la portata fortemente transdisciplinare del concetto di morfologia ; da un testo della nota germanista Eva Geulen, attualmente direttrice del berlinese “Leibniz-Zentrum für Literatur- und Kulturfoschung” (presentato qui in traduzione italiana), che si concentra su Siegfried Kracauer e la sua sottovalutazione del senso e della dinamica della ricezione in quanto forza produttrice di storia, riletto quindi con le lenti blumenberghiane applicate a illustrare i passaggi tra le diverse epoche storiche ; a uno di Wolfgang Braungart – germanista all’università di Bielefeld, che in questo modo festeggia il suo ingresso nel comitato scientifico ; Braungart pensa, con grande vitalità e passione, a una letteratura interessata al ruolo (sociologico, storico, filosofico) del soggetto nella società, secondo una concezione dunque rinnovatamente “morfologica” (pur con tutte le riserve del caso), delle evoluzioni socio-storiche rilette alla luce del loro potenziale estetico ; a un testo senz’altro originale di Gottfried Schnödl, professore di teoria e storia dei Media alla Leuphana Universität di Lüneburg, che riesamina il magistero morfologico spengleriano proponendo inediti incroci con la prestazione intellettuale di Friedrich Kittler, il quale ha in comune col primo la capacità – tutta goethiana – di “vedere” il processo storico come qualcosa di dinamicamente legato al concetto di forma ; ad un testo solido e informato di Paola Di Mauro, germanista all’università di Messina, che si dedica ad approfondire un ‘luogo’ simbolicamente eloquente della riflessione morfologica post-spengleriana, ovvero le meditazioni wittgensteiniane intorno al Ramo d’oro di Frazer, in quanto incunabolo teorico del ragionamento analogico all’interno della comunicazione umana e dei percorsi individuativi in senso etnografico – e dunque anche, in senso più lato, dello stesso processo storico. La sezione monografica di questo numero si conclude con un lavoro del giovane studioso Eriberto Russo del “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, che si dedica a illuminare il concetto di forma in due autori esemplari della germanistica interculturale dei nostri tempi come Yoko Tawada e Abbas Khider : una forma che si mantiene anche nonostante le numerose deviazioni dalle convenzioni del tedesco presenti nella loro produzione, in un’ottica dunque rinnovata della morfologia vista anche nella sua declinazione linguistica. 

Completa il quadro come sempre la sezione di “sconfinamenti”, che in questo numero ospita due testi di giovani e giovanissimi studiosi : Giulia Iannucci, con un testo molto informato e innovativo sui concetti di “genere” nella produzione jüngeriana, e Andrea Prizia, che ritorna, con notevole precisione ermeneutica, a lumeggiare la vexata quaestio dei rapporti tra Walter Benjamin e Carl Schmitt. 

Un numero, questo di « links », che in tal modo intende rinnovare e confermare la sua presenza come prezioso laboratorio di scambio e di presentazione di idee e di risultati teorico-ermeneutici, tra scienze delle culture e scienze delle letterature. 

 

Roma, settembre 2021 

Gabriele Guerra

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SOMMARIO

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Editoriale 

i. Kultur/Morphologie ? Aktualisierung und Kritik eines umstrittenen Begriffs / Morfologia della cultura. Riattualizzazione o critica di un concetto problematico ? 

Eva Geulen, La morfologia nella teoria della storia dopo il 1945. Sul rapporto tra epoche e cronologia in Kracauer, Kubler e Blumenberg

Wolfgang Braungart, Von der autoritären Gesellschaft zur narzisstischen, zur erlebnisorientierten und zur Gesellschaft der Singularitäten. Morphologie der Nachkriegsgesellschaft und ihre sozialen Phänotypen. Eine These und eine Anfrage an die Literatur-

geschichtsschreibung 

Gottfried Schnödl, Brüchige Hermetik – Zu geschichtstheoretischen Figuren bei Spengler und Kittler 

Paola Di Mauro, Lo svelamento morfologico delle Note di Wittgenstein sul “Ramo d’oro”. Un trampolino intertestuale

Eriberto Russo, Repräsentationen der Form in der deutschsprachigen interkulturellen Literatur : Yoko Tawada und Abbas Khider

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ii. Entgrenzungen / Sconfinamenti

Giulia Iannucci, Aristokratische Männlichkeit im Krieg am beispiel Ernst Jüngers 

Andrea Prizia, L’insormontabile distanza. Carl Schmitt lettore di Walter Benjamin 

 

iii. Besprechungen / Recensioni

Thomas Bernhard, Una conversazione notturna, trad. di Elsbeth Gut Bozzetti, a cura di Micaela Latini, Mauro Maraschi (Stefano Apostolo)

Johann Gottfried Herder, Iduna, o il pomo del ringiovanimento, a cura di Micaela Latini, postfazione di Michele Cometa (Isabella Ferron)

Marino Freschi, Germania 1933-1945 : l’Emigrazione Interna nel Terzo Reich (Gabriele Guerra)

Georg Heym, Umbra vitae, con 47 xilografie di Ernst Ludwig Kirchner, a cura di Massimo Palma (Giulia Iannucci)

Franz Kafka, Lettere a Milena, a cura di Guido Massino, Claudia Sonino (Lorella Bosco)

Walter Benjamin, Hans Kelsen, Karl Löwith, Leo Strauss, Jacob Taubes, Critica della teologia politica. Voci ebraiche su Carl Schmitt, a cura di Giorgio Fazio, Federico Lijoi (Elena Albanese)

«Jude, Christ und Wüstensohn». Studien zum Werk Karl Wolfskehls, hrsg. von G. Pello-ni, D. Di Maio (Gabriele Guerra)

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